Per me che sono cresciuto leggendo Mister No ,atterrare a Manaus e’ la realizzazione di un desiderio che avevo dall’età di 8 anni…che ho finalmente realizzato un giorno di giugno del 2016 con la famiglia al completo, Anita di 8 anni e Alfredo di 2 anni e la mamma fotografa.
Navigare in piroga sul Rio delle Amazzoni è qualcosa di ineguagliabile, finalmente Anita dopo tanti documentari ha provato in prima persona cosa vuole dire essere un tutt’uno con la natura incontaminata.
Gli è piaciuto tantissimo era sempre con il binocolo a scrutare la riva per individuare gli animali che a causa della foresta allagata si erano spostati all’interno, infatti noi ci siamo stati subito dopo la stagione delle piogge e la foresta era completamente allagata dando un’ulteriore fascino a questa fantastica esperienza.
Abbiamo soggiornato per quattro notti in una casa galleggiante, facendo varie escursioni in piroga sopratutto all’alba e al tramonto con il fido Peppe la guida (che parlava italiano) che ci ha procurato Amazon Brasil Jungle Tours (agenzia specializzata nei tour in Amazzonia).
Questa agenzia l’ho trovata selezionando su Trip Advisor varie recensioni e si è rivelata molto seria e affidabile, il pacchetto comprendeva oltre alle 4 notti nella casa galleggiante con colazione, pranzo, cena , tutti gli spostamenti, compreso presa e consegna in aeroporto a Manaus, auto,pulmino,barche e le escursioni in piroga, li ho contattati dall’Italia via mail per poi pagarli per intero ed in contanti una volta arrivato là (non ho dato nessun anticipo).
Praticamente ci sono venuti a prendere all’aeroporto a Manaus, poi da lì siamo andati in auto al porto dove ci siamo imbarcati con Peppe per andare a vedere il punto dove il Rio Negro confluisce con il Rio delle Amazzoni. A causa delle diverse temperature dell’acqua e dei minerali presenti, i due fiumi scorrono paralleli senza mai mischiarsi, come si vede in foto.
Siamo poi scesi a terra molto più avanti, in un avamposto dove abbiamo fatto scorta di acqua e preso dei cappelli (su consiglio di Peppe), indispensabili a queste latitudini.
Il posto era il classico paesino in mezzo al nulla, lì abbiamo preso un pulmino che per un paio d’ore…
…percorrendo le tipiche stradine rosse ed argillose in mezzo la foresta ci ha lasciato in un altro posto…
…ancora più sperduto, dove abbiamo preso una barca più piccola…
…che ha tutta velocità ci ha portato alla nostra casetta galleggiante sul Rio delle Amazzoni.
Di seguito il video del nostro arrivo alla casetta galleggiante:
L A C A S A G A L L E G G I A N T E
Nella casetta galleggiante ci siamo stati 4 giorni, uscendo in piroga solo noi quattro con la guida Peppe, quasi sempre all’alba o al tramonto.
Come si può immaginare il WI-FI non c’era, non c’era propio la rete telefonica, quindi siamo stati per 4 giorni isolati dal resto del mondo…che bello!
TUCANO
La casetta galleggiante, tutta in legno era composta da 4 camere molto spartane, comunque con bagno privato, acqua calda e aria condizionata, un patio propio sulla riva del fiume con le amache per oziare ed un’aerea comune dove si mangiava a buffet, un po’ più in là c’erano gli alloggi della famiglia che ci ospitava.
Abbiamo pescato e poi mangiato piranha, visto delfini rosa, caimani, pappagalli, tucani e scimmie (il bradipo purtroppo no era tutto troppo allagato).
Anita era felice, scrutava con il binocolo in continuazione alla ricerca di animali da fotografare.
P I R A N H A & C A I M A N I
Un pomeriggio l’abbiamo passato a pescare piranha, ci siamo appostati in luogo deciso da Peppe…
…e ne abbiamo presi 4 nel giro di un paio d’ore…
…guardate che bella dentatura avevano e pensare che tutto il fiume ne è pieno…
…poi nella casetta galleggiante alla sera ce li hanno cucinati, ci sono piaciuti, c’è poca carne ma sono molto buoni.
Oltre ai piranha, nella casa galleggiante si mangiava a buffet, c’erano sempre riso, fagioli, pesce alla griglia, pollo, mango, papaya, ananas e altra frutta.
Comunque la cosa che più c’è rimasta dentro del Rio delle Amazzoni sono le uscite in piroga al tramonto in mezzo a questa maestosa e intatta natura…
…con i delfini rosa che sbucavano qua e là intorno alla piroga e come unico sottofondo il gutturale e strano richiamo delle scimmie urlatrici che si sentiva in lontananza che spezzava l’assordante silenzio e pace che ci circondava.
Di seguito un video che pensiamo renda bene l’idea:
La sensazione di pace e tranquillità era assoluta, inoltre la combinazione foresta allagata e tramonto…
…creava un effetto specchio sul paesaggio, che era veramente qualcosa di unico, si sdoppiava tutto, moltiplicando le sensazione di selvaggio che si percepiva…
…i tramonti sul Rio delle Amazzoni, rimarranno per sempre un ricordo indelebile nelle nostre menti,
Di seguito un’altro video che riassume il tutto:
Lo stesso giorno che abbiamo pescato i piranha alla sera invece: abbiamo cacciato a mani nude di notte caimani in Amazzonia.
Sembra quasi il verso di una canzone di Battiato, invece no è esattamente quello che abbiamo fatto io ed Anita.
Una notte abbiamo lasciato in branda nella casetta galleggiante la mamma fotografa ed il fratellino Alfredo ed insieme alla guida Peppe siamo saliti sulla piroga per un uscita notturna alla ricerca di caimani.
Praticamente dalla piroga si illumina con una torcia la riva del fiume finché non compaiono due puntini rossi, sono gli occhi del caimano che rimane immobile ipnotizzato dalla luce, a quel punto la nostra guida Peppe (un pazzo!) si butta in acqua e lo cattura con le mani.
Così facendo ne ha presi due, uno grosso e un piccolo, il grande lo abbiamo liberato subito perché era ingestibile ,il piccolo lo abbiamo portato alla casetta, dove Peppe ci ha spiegato bene in maniera scientifica tutte le caratteristiche.
Anita ascoltava interessata ed entusiasta a tal punto che è voluta correre in camera con il caimano in mano a svegliare la mamma fotografa per farglielo vedere, potete immaginare la reazione della mamma quando si è svegliata con un caimano nel letto!
Giornata così…..come ti possono capitare in Amazzonia. Ah! alla fine il caimano lo abbiamo liberato.
Una mattina invece (tutte le escursioni si sono svolte al mattino presto o al tramonto, nelle ore centrali a causa del troppo caldo si mangiava e si oziava sulle amache, cosa in cui i locali sono specializzati) siamo andati a fare un’escursione a piedi nella foresta amazzonica.
A P I E D I N E L L A F O R E S T A
Bisognava vestirsi con pantaloni lunghi (che papà non aveva) calze e camicia a maniche lunghe e scarpe chiuse (anche quelle, dato che gira sempre in sandali, papà non aveva).
Abbiamo girato per la foresta con Peppe che ci spiegava l’uso che fanno gli indigeni delle piante, ci faceva vedere le tane in cui si nascondono gli animali, ma con grande delusione di Anita non abbiamo incontrato nessun animale….
…Alfredo invece è stato per tutta l’escursione portato nel marsupio…diciamo che forse avrebbe preferito rimanere nella casetta a guardare Pimpa sull’iPad!…
…Anita invece si divertiva a fare Tarzan!
…il giro è stato comunque affascinante e nonostante la forte umidità…
…e risultato fattibile anche per una famiglia cittadina, come siamo noi.
Il giorno seguente invece siamo andati a visitate una comunità di nativi che vive in una casa su un’isoletta del Rio delle Amazzoni, sperduta nel nulla, senza elettricità, coltivando tapioca e pescando enormi pesci nel fiume, siamo andati a trovare:
U N A F A M I G L I A N E L L A G I U N G L A
Una famiglia abbastanza surreale, degna delle tante storie che si leggono sugli abitanti dell’Amazzonia.
Praticamente questa famiglia composta da questa donna ed i suoi 16 figli avuti da 4 mariti diversi (diceva che ora gli sarebbe piaciuto avere due gemelli!) vivono nel nulla…
…coltivando tapioca, pescando e costruendo manufatti con legno, perline e denti di piranha. Sono stati molto carini e ospitali…
….ci hanno spiegato come si macina la tapioca, fatto vedere come si cucina e si lavora e lasciato girare liberamente per il villaggio.
Girando tra le capanne e sbirciando all’interno ci siamo accorti che anche qui dove si vive come una volta, senza elettricità e praticamente senza niente….ci sono adolescenti sdraiati sul letto con il telefono in mano!
Il tutto è stato comunque molto bello e sopratutto molto istruttivo per i nostri bimbi, che si sono resi conto delle differenti realtà in cui vivono i loro coetanei, sopratutto Anita quando ha saputo che le bimbe come lei per andare a scuola dovevano prendere prima una piroga, poi un traghetto due volte al giorno.
Per sdebitarci della disponibilità dataci da questa strana famiglia abbiamo acquistato queste due maschere fatte da loro (da aggiungere alla nostra collezione di maschere prese in giro per il mondo) ed un cerbottana con frecce che tutt’ora Anita usa.
Queste sono le banconote che si usano in Brasile, ad Anita, grande amante degli animali, vedere tutti gli animali che popolano il Rio delle Amazzoni sui soldi piaceva da matti!
Comunque non si può parlare del Brasile ed in particolare modo dell’Amazzonia senza spiegare l’importanza dell’AMACA nella cultura brasileira, quindi:
A M A C H E
Infatti i restanti giorni li abbiamo passati come fa la gente del posto, oziando mollemente sull’amaca, leggendo libri sempre sull’amaca, consumando frutta sempre sull’amaca (alla fine ne abbiamo anche portate a casa due).
Non so, sarà il lento scorrere del fiume o l’assordante silenzio della natura circostante, ma lasciarsi cullare dall’amaca sulle rive del Rio delle Amazzoni ha un che di speciale che non si prova da nessuna altra parte.
Sono stati 4 giorni molto intensi (Alfredo era distrutto!) ormai la spedizione sul Rio delle Amazzoni volgeva al temine, ci aspettavano 2 meritate settimane di riposo ai tropici brasiliani, ma dovevamo prima arrivarci.
Quindi una mattina all’alba sempre con Peppe abbiamo fatto tutto il viaggio a ritroso, piroga, pulmino, pista battuta, poi ancora barca, infine auto per arrivare alla sera a Manuas.
Avevamo preso dal’Italia un volo che partiva per Fortaleza, a mezzanotte così ci siamo fatti portare direttamente in aeroporto, evitando il costo di una notte a Manaus.
Eravamo distrutti ma felici, l’Amazzonia ci ha lasciato adosso la stessa strana sensazione che abbiamo avuto anche dopo avere fatto il safari al Kruger Park in Sudafrica.
Di seguito il riassunto in video di questa fantastica esperienza:
Probabilmente Alfredino essendo ancora così piccolo è quello che si è divertito meno, ma si sarebbe rifatto con tonnellate di sabbia sulla grande duna di Jericoacoara…il viaggio in Brasile continua…..
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6 commenti
Molto interessante questo vostro racconto di viaggio! Anche io come voi viaggio con i figli Ginevra di 12 Edoardo di 10 e il piccolo Guglielmo di 2.. Mi piacerebbe molto andare da jericocoara a San Luis ma leggendo sui siti di alcune agenzie brasiliane per gli spostamenti in fuoristrada accettano bambini dai 5 anni in su…????!!
Ciao, a noi non risulta che ci si possa andare con bimbi di età superiore ai 5 anni, noi ci siamo stati con Alfredo che ne aveva 2, ti consiglio caldamente di contattare la Posada Azul che nell’articolo su Jeri menzioniamo, sono super disponibili e conoscono tutti. Per qualsiasi altra info chiedi pure e se ci vuoi seguire su fb siamo qua:https://www.facebook.com/tripfamily.unafamigliainviaggio/
ciao e buon viaggio!!
“ Eravamo distrutti ma felici, l’Amazzonia ci ha lasciato adosso la stessa strana sensazione che abbiamo avuto anche dopo avere fatto il safari al Kruger Park in Sudafrica.”
ecco, ma se dovresti sceglierne uno fra i due quale sceglieresti? o meglio, a quale daresti priorità?
Sono ad un bivio ma non so proprio cosa scegliere…
Brasile e Amazzonia o Sud Africa e Kruger, Capetown?
…in cerca di un consiglio.
grazie 1000
Ciao, guarda non è per niente facile darti una risposta, Brasile e Sudafrica sono due paesi completamente differenti, ma con un estremo fascino entrambi. Puoi comunque regolarti così: in Brasile se vuoi fare un viaggio tipo il nostro sei per forza costretto a prendere svariati voli interni (con relativi costi e tempi) il Sudafrica (compreso il Kruger) invece lo si gira tranquillamente in auto (è il suo bello!) quindi se hai voglia di guidare…
ciao e ancora grazie 1000, per i consigli e per aver fatto sognare me e mia figlia con le vostre foto e i vostri racconti.
in effetti già dalla foto del camaleonte la mia bambina ha fatto pendere la lancetta verso il Sud Africa 🙂
Prego! ci fa enorme piacere essere fonte d’ispirazione e di invogliare i genitori a partire con i propri bimbi, siamo sicuri che esista una memoria inconscia che contribuirà a costruire in loro, nel tempo, un modo di essere multiculturale, aperto al mondo, alle persone, agli eventi, al diverso, in altre parole ad essere degli “umani” (come direbbe Anita) migliori. Quindi buon viaggio! Se vi servono altre info chiedete pure e se ci vuoi seguire su fb siamo qua: https://www.facebook.com/tripfamily.unafamigliainviaggio/
e su instagram siamo qua: https://www.instagram.com/tripfamily_travelblog/