Nel giugno del 2010 decidiamo di andare in Grecia e dopo un’attenta ricerca la scelta è caduta su Karpathos, la più meridionale delle isole del Dodecanneso, praticamente quasi in Turchia…
…si trova infatti a cinquecento chilometri da Atene, nel mezzo del lungo tratto di mare che separa Creta da Rodi.
Non è la tipica isola greca, piena di gente e di localini per mangiare e bere, bensì una lingua di terra strettissima e allungata, lungo la direzione nord-sud: una montagna che supera i mille metri d’altezza e si tuffa a strapiombo sul mare lungo i suoi due versanti ricchi di pini e mirti.
In questo viaggetto è venuta con noi anche la nostra bassotta bionda, Uba, protettrice di tutta la “Trip Family”, ma sopratutto inseparabile compagna di giochi di Anita.
A Karpathos ci si può arrivare in traghetto partendo da Rodi o Creta, oppure direttamente con l’aereo, via Atene, o meglio ancora con i voli charter che operano in estate compagnie come Blue Panorama o Neos da Bergamo,Verona, Bologna, bisogna solo stare molto all’occhio tenendo sempre monitorato il sito della compagnia dal momento che questi voli sono quasi sempre associati a soggiorni che propongono i tour operator, ma se si ha un pò di fortuna, ma sopratutto costanza si riesce a trovarli ad un ottimo prezzo, cosa che noi abbiamo fatto e siamo quindi partiti da Bergamo, di seguito tutto l’itinerario:
ITINERARIO: Bergamo – Pigadia (Karpatos Town) – Lefkos – Pigadia – Bergamo
DURATA DEL VIAGGIO: 14 giorni
COMPONENTI: 2 adulti, 1 bimba (3 anni) e 1 bassotta bionda
PERIODO: giugno 2010
CLIMA: il clima è mediterraneo, con inverni miti e piovosi, ed estati calde e soleggiate. Il meltemi, il vento da nord-ovest, soffia a partire da metà maggio, riducendo la sensazione di caldo, e si fa sentire soprattutto sul versante occidentale dell’isola. I periodi in cui questo vento rallenta, e quindi si può avere un caldo intenso, con massime sui 35 gradi, sono molto rari, per questo motivo è una meta prediletta da chi pratica Kite-surf e Wind -surf, in genere le massime rimangono sui 28/30 gradi.
WI-FI: negli studios che vi ospiteranno lo troverete sicuramente, nei ristoranti e nei bar, quelli un pò più isolati (quindi escluso quelli a Pigadia) può anche essere che ne siano sprovvisti.
PRESE ELETTRICHE: uguali alle nostre, quindi niente adattatori.
CIBO: che dire?… a nostro avviso una delle migliori e più sane cucine (insieme a quella italiana, naturalmente) che si possa trovare girovagando per il pianeta Terra, ne parleremo più approfonditamente più avanti.
SPOSTAMENTI: a Karpathos ci si può muovere in auto ed in motorino, considerando però che le pochissime strade asfaltate sono concentrate esclusivamente nella parte meridionale, più pianeggiante e popolosa. Il resto è davvero selvaggio: soltanto sentieri e mulattiere, niente benzinai né meccanici. Consigliamo quindi l’auto.
la prima cosa che infatti abbiamo fatto è stato noleggiare questa panda (abbastanza ammaccata) da un’anonimo rent a car trovato vicino a dove dormivamo, cioè nei pressi di Pigadia, per la precisione tra la spiaggia da Amoopi e Pigadia, detta anche Karpathos Town…
…a più o meno 1 km da Karpathos Town abbiamo trovato sul momento questo posto: Dimitra Apartments che si è rivelato molto carino, ma sopratutto economico, aveva anche la cucina, quindi la possibilità di potersi fare un piatto di pasta all’occorrenza cosa che in un paio di occasioni abbiamo fatto…
…inoltre dal balconcino della camera avevamo questa vista qua, la spiaggia sottostante però non era il massimo, ma non ci importava più di tanto, avevamo preso apposta l’auto…
…ed appena si lascia Pigadia, la capitale, ci si rende conto di una verità tanto paradossale quanto ovvia: Karpathos è una montagna…
…ci si arriva in traghetto ed in aereo e si fa il bagno in minuscole baie bianche ma la vera natura della gente del posto è quella di una comunità montana…
…ci si inerpica per stradine in mezzo alla vegetazione mediterranea, dove le caprette la fan da padrone…
…e dove immancabilmente dovevamo fermarci per sfamarle, attività preferita di Anita che come potrete vedere anche in questo viaggio era accompagnata oltre cha da Uba anche dal suo fido elefantino di pezza “Effelamp” …
…dicevamo comunque che girando in auto ci si rende subito conto che ancora, per fortuna, l’isola non è ancora stata presa d’assalto dai turisti…
…dunque chi avrà la fortuna di visitarla troverà ancora spiagge incontaminate e villaggi intatti, senza la calca e il caos che si possono trovare su altre isole più blasonate, o forse soltanto più turistiche.
L’isola ha una storia singolare: ha subito l’invasione di mercanti ed eserciti, l’ultimo dei quali è stato il nostro. L’abbiamo chiamata “Scarpanto” …
…e in un atmosfera simile a quella descritta con ironia da Gabriele Salvatores in “Mediterraneo” (girato nella non lontana Kastellorizo), abbiamo imposto una presenza tutto sommato gradita più della temuta invasione turca…
…non a caso infatti nelle zone più remote non è difficile incontrare qualche persona anziana che parla correttamente italiano.
A noi è piaciuto da matti girare a caso in auto, gli scenari e i paesi che incontravamo erano veramente affascinanti…
…si può dire che in definitiva Karpathos è divisa in due dal monte Lastos, la cui cima si trova ad un’altitudine di 1215 metri sopra il livello del mare…
…se una mattina c’era troppo vento dalla nostra parte, cioè la parte est, ci dirigevamo quindi verso il versante opposto ad ovest, ed era un vero e propio viaggio di quasi 2 ore fino alla cima. Un viaggio anche abbastanza impegnativo…
…ma che ci consentiva di esplorare una natura selvaggia e incontaminata veramente fantastica, e di ammirare panorami mozzafiato. La morfologia di Karpathos è infatti molto ricca, si possono ammirare numerose diverse conformazioni geologiche, come promontori, strapiombi, rocce stratificate e molti corsi d’acqua…
…durante tutto il tragitto per passare da una parte all’altra dell’isola eravamo circondati da un paesaggio naturale variegato e bellissimo, come questi ulivi piegati dal vento…
…e naturalmente anche dalle immancabili caprette che incrociavamo ovunque, anche a bordo strada sull’orlo di un precipizio…
…e sono stati questi in assoluto i ricordi più belli che abbiamo avuto del nostro soggiorno in questa isola del Dodecanneso, ancor più delle spiagge.
Ma comunque anche le spiagge non sono state da meno, andiamo quindi a raccontare quelle che ci sono piaciute di più…
L E S P I A G G E
Karpathos ha alcune delle spiagge più belle dell’intera Grecia. Che siano di sabbia o di ciottoli, attrezzate o no, grazie alla bellezza delle acque le spiagge di Karpathos sapranno certamente soddisfare tutti.
Alcune spiagge dell’isola, specialmente quelle sulla costa Sud, vicino all’aeroporto, sono di sabbia fine e bianca e sono estremamente ventose quindi ideali per praticare Windsurf e Kitesurf , proprio qui infatti vengono tenute ogni estate competizioni internazionali di queste discipline.
Le spiagge della costa Est invece, quelle più vicine a Pigadia sono più riparate dal vento ma alcune sono composte da ciottoli o ghiaia ed onestamente quando si è con di bimbi la mancanza della sabbia incide parecchio, per noi genitori infatti rilassarsi sotto l’ombrellone mentre i bimbi fanno infiniti giochi con la sabbia è fondamentale (sopratutto per rimanere sani di mente!).
Nella parte Ovest, dall’altra parte della montagna, invece, ci sono belle spiagge di sabbia, ma è molto più facile trovare forte vento. Nella zona Nord, infine, le spiagge sono accessibili soltanto via mare oppure con i fuoristrada, dal momento che non esiste una strada.
Una delle spiagge più belle di Karpathos è sicuramente Apella, situata nella parte Est a soli 18 km a nord di Pigadia, è stata una delle prime che abbiamo visitato e rimane una tra le spiagge più pittoresche dell’isola…
…la spiaggia è nascosta da una stretta entrata tra gli scogli…
…per concedersi poi alla vista con una distesa di ghiaia chiara e acqua limpida. La strada per arrivarci è di facile accesso ed è asfaltata, può essere però un problema trovare parcheggio, essendo una delle spiagge più gettonate dell’isola.
La prima parte della spiaggia conta numerosi ombrelloni, ma basta spostarsi di poco e si trova pace e tranquillità, all’epoca non c’erano taverne per mangiare, ad oggi non sappiamo se sia cambiato qualcosa…
…il mare comunque era veramente fantastico e si faceva il bagno che era un piacere, l’unica pecca come dicevamo prima era l’assenza della sabbia…
…e con Anita (che all’epoca non sapeva ancora nuotare) la giornata poteva essere lunga senza i giochi sulla sabbia, anche se poi lei ed Uba riuscivano sempre a trovare dei giochi da fare in mezzo alle rocce.
Sempre restando a nord di Pigadia, ma a 13 km, si trova invece la spiaggia di Achata, anche questa bellissima e tranquilla, all’interno di una insenatura naturale circondata da una rigogliosissima natura mediterranea…
…qua abbiamo fatto dei bellissimi bagni, spingendoci al largo con i braccioli, volendo era possibile prendere un lettino a pagamento e c’era anche una taverna proprio a pochi passi dal mare, in cui era possibile acquistare cibo o acqua o eventualmente pranzare.
La spiaggia era composta da un misto di sabbia e ciottoli bianchi e quando eravamo al largo a fare il bagno, Uba a riva, vigile e attenta seguiva ogni nostra mossa, pronta ad intervenire nel caso c’è ne fosse stato bisogno, ma nonostante le sue acque fossero fantastiche, di un colore verde smeraldo molto attraente, non ci siamo rimasti molto a lungo, perché essendo veramente piccola si riempiva di gente molto velocemente.
Poco distante da lì invece si trovava anche Kyra Panagia, una spiaggia pittoresca immersa in un ambiente selvaggio, come si vede in queste foto fatte dall’alto della chiesetta…
…conosciuta anche come la spiaggia della Cupola Rossa per via del colore della cupola della chiesetta che sovrasta la baia. E’ una tra le più amate anche perchè facilmente raggiungibile con i mezzi a due o quattro ruote e con la disponibilità di parcheggiare agevolmente.
A noi è piaciuta da matti e ci siamo stati più volte, perché era composta da una bella sabbia fine (finalmente!) e qui anche Uba ha fatto bellissimi bagnetti…
…sempre sotto la supervisione di Anita…Anita controllava Uba…
…e Uba controllava Anita…
…insieme hanno fatto infiniti giochi dentro e fuori l’acqua. In questa spiaggia ci siamo tornati più volte…
…perché c’era un mare veramente fantastico e sopratutto una sabbia bella fine con cui giocare tutto il giorno, senza contare poi la taverna propio vicino al mare in cui si mangiava benissimo. Inoltre la stretta e ripida vallata in cui si trovava offriva una discreta disponibilità di minimarket ricchi di frutta fresca, qui infatti era possibile soggiornare per intere settimane senza avere la necessità di allontanarsi, per godere della pace e della vera vita di mare.
In fondo alla spiaggia inoltre si poteva salire la scalinata che portava alla bellissima chiesetta, dove dicono che suonare la campana porti fortuna…
…cosa che naturalmente anche noi abbiamo fatto, talmente tanto, che è uscito il prete per farci smettere.
La più turistica delle località di Karpathos, rimane comunque Amoopi, che è suddivisa in calette rocciose, tutte nascoste dal costone della montagna che termina improvvisamente e propone delle strette e ripide scalette che conducono alle spiagge.
Ci sono in pratica piccole baie con acqua dai colori meravigliosi, sfumature dal verde acqua al blu intenso, con un’acqua cristallina, trasparente con il fondale a vista. La spiaggia di queste baie può essere di sabbia o sassi e noi in quelle più sabbiose abbiamo passato giornate magnifiche…
…anche perché avevamo conosciuto una coppia di italiani con una bimba coetanea di Anita…
…bimbe che si sono prese immediatamente, quindi giochi in spiaggia tutto il giorno fino al tramonto…
…ma non solo Anita, anche Uba sempre in quella spiaggia aveva fatto amicizia con una cagnetta del posto.
Anche le strutture turistiche sorte nella zona di Amoopi, gli studios e le taverne, come in quasi tutto il resto dell’isola non sono per niente invasive, costruite tutte nel rispetto dell’ambiente, si compongono di piccole casette bianche coperte di bouganville viola, bellissime…
…dopo aver fatto un bagno nelle spiagge più belle di Ammopi, concedetevi un giro nei dintorni ed osservate le piccole insenature dai colori stupendi, ne vale davvero la pena.
Se si vuole rimanere invece vicino alla capitale, Pigadia si può andare alla spiaggia di Vrontis, situata soltanto 1 km a nord del capoluogo di Karpathos: è una spiaggia pulita di ciottoli, che diviene piuttosto affollata d’estate…
…così come Afoti, la spiaggia principale di Pigadia, una spiaggia sabbiosa molto lunga con acque calme e azzurre, dove noi siamo stati più volte essendo molto vicino alla nostra abitazione.
Gli amanti del windsurf invece potranno dirigersi a sud ovest di Pigadia, dove incontreranno la spiaggia di Arkassa, una piccola baia con venti forti che spirano costanti: molte persone praticano windsurf qui così come a Valias, una spiaggia lunga e organizzata posta sul lato sud di Karpathos.
Anche per Valias i venti forti la rendono una delle spiagge più interessanti per praticare windsurf e altri sport d’acqua. Una terza spiaggia paradiso per gli amanti dello sport è Argilopotamos, situata vicino all’aeroporto: anche qui i venti soffiano costantemente d’estate, rendendola adattissima al windsurf, ma per niente adatta ad una famiglia, noi propio perché c’erano delle belle distese di sabbia ci abbiamo provato ad andare, ma dopo un paio d’ore abbiamo dovuto rinunciare il vento era troppo forte e la sabbia costantemente negli occhi ci ha fatto desistere.
La cordiale e simpaticissima gente del posto ci aveva infatti spiegato che se il vento tirava forte nella parte Est, c’erano altissime probabilità che nella parte Ovest ci fosse calma piatta.
C’era però da attraversare tutta la montagna e come abbiamo detto in precedenza era abbastanza impegnativo; ci volevano più di due ore d’auto e si arrivava a più di mille metri d’altezza.
In più era fondamentale ricordarsi di fare il pieno all’auto, perché l’unico distributore di tutta l’isola si trovava solo a Pigadia, insomma un viaggio nel viaggio, ma credeteci come abbiamo spiegato prima ne valeva assolutamente la pena, gli scenari ed i paesaggi che s’incontravano lungo la strada erano semplicemente fantastici e ripagavano in pieno tutto questo sbattimento.
Per non parlare poi di quello che si trovava una volta arrivati a destinazione cioè a Lefkos, località che si componeva di tre baie dalla forma di mezzaluna (quando si arrivava dall’alto con l’auto si vedevano benissimo) fatte di spiagge di sabbia fine e bianchissima…
…che degradavano dolcemente in un’acqua cristallina, piena di pescetti, perfette per fare il bagno con i bimbi…
…infatti quest’acqua ce la siamo goduta tantissimo, eravamo sempre in ammollo. Le poche strutture presenti erano integrate perfettamente con il paesaggio circostante, le spiagge tutte attrezzate con il minimo indispensabile (lettini e ombrelli a pagamento) erano immerse in una tranquillità totale.
Insomma un piccolo paradiso che ci ha fatto venire voglia di trasferirci a dormire qua per i restanti giorni del viaggio. Prima di scegliere la spiaggia sui cui trascorrere la giornata abbiamo costeggiato il mare lungo una strada bianca che dalla spiaggia centrale si allontanava verso la zona non abitata dell’isola, piena di piccole insenature in cui era possibile scendere a fare il bagno. Alcune di queste erano frequentate da nudisti forse proprio perché lontane dalle spiagge più conosciute.
In queste acque cristalline, alla povera Uba è toccata l’ebrezza di provare il nuovo salvagente tartaruga comprato ad Anita…
…salvagente, che lei da bravo cagnolino cacciatore qual’è, ha poi puntualmente forato mentre giocava con la sua padroncina…
…all’ora di pranzo abbiamo mangiato in una taverna sul mare, dell’ottimo pesce godendoci la tranquillità e la bellezza del posto senza mai spendere cifre esagerate…
…al limite quello che può succedere, come un pò in tutta la Grecia, quando ti siedi a tavola, sono dei tempi di attesa un pò lunghi, ma d’altra parte ce ne fregavamo…eravamo in vacanza…
…tempi di attesa che Anita passava dimostrando (cioè stritolando) affetto alla sua paziente bassotta bionda…
A Lefkos ci abbiamo lasciato il cuore ed anche se siamo tornati alla sera a Pigadia un po’ rintronati, per via di tutto il sali e scendi in auto, ci siamo ritornati anche un’altra volta tanto ci era piaciuto.
E la seconda volta ci siamo anche fermati lungo la strada a Menetes, un piccolo paese che si trovava sulla parte più alta dell’isola, prima di arrivare a Pigadia e da cui si godeva di una bellissima visuale…
…ed è stato in questo sperduto paesino montano, pieno di belle stradine strette in mezzo alle case bianche…
…con l’immancabile chiesetta dalle porte e persiane azzurre…
…che in un bar/taverna dove ci eravamo fermati per far andare in bagno la piccola Anita e dove lei immancabilmente ha scovato una cucciolata di gattini da stritolare con passione…
…stritolare e sfamare, cosa che ormai faceva da giorni con tutti gatti che incontrava (e c’erano tanti)…in questo bar/taverna dove ci eravamo fermati abbiamo fatto conoscenza con gli abitanti: un simpatico gruppetto di vecchietti montanari che giocavano a carte, che vedendoci stanchi e denutriti ci hanno subito offerto formaggio fresco di capra e pomodori, spiegandoci contemporaneamente varie cose circa la vita e le usanze di Menetes.
Insomma uno spaccato di vita montanara, tale e quale a quello che si potrebbe incontrare nel nostro appenino reggiano.
Ma Karpathos non è solo spiagge o natura selvaggia, la vera chicca secondo noi si trova dirigendosi verso Nord in un luogo ove persino i noleggiatori di moto e scooter si rifiutano di lasciare che i clienti si avventurino…anche perché non esiste la strada, stiamo parlando di:
O L Y M P O S
Il villaggio di Olympos, nel nord è in pratica un museo vivente di tradizioni e usanze antichissime, l’isola infatti ha una storia che ha avuto inizio tre millenni fa. Bisogna infatti sapere che tutte le isole greche, in particolare modo quelle molto vicino alla Turchia, in epoche antiche erano continuamente invase e saccheggiate dai tristemente famosi pirati saraceni.
Per questo motivo nasce l’esigenza per gli abitanti di allontanare le abitazioni il più possibile dalle coste e rifugiarsi in alto, in montagna, in luoghi di difficile accesso dove a volte non veniva neanche costruita la strada, propio per rendere difficili, quasi impossibili i continui saccheggi a cui i saraceni sottoponevano i villaggi delle isole.
Per lo stesso motivo, un isola di pescatori, nel tempo, si è trasformata in una comunità montana, l’esigenza di isolarsi per sfuggire ai continui saccheggi ha fatto si che anche la cucina ne risentisse, in questi luoghi infatti difficilmente troverete nei menù o comunque nei piatti tradizionali, il pesce o i molluschi (sono stati introdotti di recente, per via del turismo) bensì tanti prodotti della terra, dell’orto, carne di agnello e di montone.
Olymus è propio uno di questi casi, ad oggi ancora la strada per raggiungerlo non esiste (a meno che non l’abbiano costruita in questi ultimi anni) è completamente isolato dal resto dell’isola, per arrivarci bisogna prendere una barca e poi dopo un pullman, che inerpicandosi lungo una tortuosa strada di montagna arriva fino alla valle dominata dal villaggio: decine di parallelepipedi intonacati e colorati, incastonati come quarzi nella roccia a strapiombo sul mare: sono le case e i monasteri di Olympos. Una visione sorprendente.
Quindi abbiamo fatto anche noi così, siamo saliti su questa barca al porto di Pigadia, che in poco più di un’ora ci ha portati fino al paese di Diafani, che si trovava nella parte nord dell’isola, e da dove fanno scalo i traghetti che portano le persone in escursione ad Olympos.
Diafani era un paese molto carino ed estremamente tranquillo, fatto di casette dai colori pastello, qualche taverna nella zona del porto tra cui una di cui non ricordiamo il nome, quasi davanti alla grande fontana, gestita da italiani che ci hanno accolto con un ottima moka…
…l’aria che si respirava era da “posto fuori dal mondo” e non poteva essere altrimenti, dato che non esisteva una strada che lo collegasse alla parte sud dell’isola, l’unico modo per accedervi era via mare.
Ad un certo punto abbiamo preso il pullman che salendo per una tortuosa strada asfaltata in un ventina di minuti ci ha lasciato…
…ad Olympos, questo paesino arroccato sulla montagna, veramente molto caratteristico, piccole stradine che si snodano tra le case bianche, piene di negozi che vendono prodotti tipici e souvenir…
..con una bella chiesa principale e con un dedalo di viuzze che portvano chissà dove…
…e mancando totalmente la presenza di auto, abbiamo potuto lasciare libera Uba di scorrazzare ovunque gli paresse (sopratutto dietro ai gatti)…
…il panorama era bellissimo ovunque si voltasse lo sguardo, il blu del mare in contrasto con il bianco ed i toni pastello delle abitazioni era veramente unico.
Ad Olympos si possono ammirare ancora i vecchi mulini a vento utilizzati una volta per macinare la farina, alcuni dei quali in buone condizioni mentre altri ormai ridotti a costruzioni in decadimento…
…abbiamo pranzato da Milos, ottima taverna nella parte alta del paese con una grande terrazza sulla quale è possibile assaporare una buonissima cucina locale ed è stato propio lui a spiegarci l’assenza del pesce nella cucina tradizionale…
…ci siamo quindi sbafati; tzatziki, saganaki, insalata greca, più una miriade di altri assaggini di piatti locali, che da soli valevano il viaggio.
Dopo pranzo con la pancia bella piena abbiamo ripreso il pullman e successivamente la barca ed in serata eravamo già a Pigadia.
In assoluto l’escursione ad Olympos è stata una delle cose più belle di tutto il viaggio che consigliamo assolutamente di fare, ne vale sicuramente la pena.
Ormai la vacanza greca stava per volgere al termine e possiamo sicuramente dire che Karpathos è stata una piacevole e bellissima scoperta, ci siamo innamorati di quest’isola e del clima sereno e lontano dal resto del mondo che si respirava…
…senza contare poi il fatto che i cani sono accettati ovunque (a differenza di certi paesi, come Portogallo o Italia) e questo per noi è stato molto importante, Uba è a tutti gli effetti un membro della Trip Family!
Questa isola ci sentiamo quindi di consigliarla vivamente alle famiglie, a chi non si vuole separare dai propri animali da compagnia e sopratutto a chi vuole fare una vacanza di puro mare, relax e natura, la vita mondana non è il massimo in questi luoghi.
Bye bye Karpathos non è detto che un giorno ritorneremo!
Se volete leggere altre avventure per le isole greche della Trip Family cliccate qui:
2 commenti
interessante e carino. grazie
grazie