Dopo i fantastici giorni passati tra mare, coralli e deserto a Marsa Alam, dove il caldo secco del sud dell’Egitto è stato mitigato da continui bagni in mare ed immersioni, siamo partiti per Luxor (l’antica Tebe) per visitare l’interno e la valle del Nilo ed i resti della antica civiltà egizia.
Abbiamo aspettato apposta che fosse la seconda settimana di settembre per via del caldo che nonostante tutte le nostre precauzioni si è fatto comunque sentire.
Siamo partiti all’alba da Marsa Alam con auto e autista che ci ha trovato il nostro driver preferito Califfo, che ci indirizzato verso un certo Hassan dell’agenzia Kheper Egypt di Luxor che si è rivelato fin da subito molto serio ed affidabile, non lo abbiamo conosciuto di persona perché ci abbiamo parlato solo al telefono (in italiano).
Siamo riusciti ad organizzare tutto con lui che ha soddisfatto tutte le nostre richieste, tra cui la principale era quella di avere una guida che parlasse bene italiano, cosa per noi fondamentale per addentrarsi bene nella cultura e negli usi e costumi degli antichi egizi quando avremmo visitato i templi e le tombe nella Valle dei Re.
E dobbiamo ammettere che siamo stati assolutamente soddisfatti perché per tutti i 3 giorni passati a Luxor siamo stati accompagnati da Sallam, questo ragazzo che non solo parlava un’italiano perfetto era anche un vero e proprio egittologo con tanto di laurea, innamoratissimo del suo paese e degli antichi egizi, sapeva tutto, ma proprio tutto ed oltre a saper leggere i gereoglifici ci ha raccontato un mucchio di aneddoti sul tipo di vita che si conduceva all’epoca del Nuovo Regno sulle rive del Nilo e il bello e che quando raccontava gli brillavano gli occhi, si vedeva e si percepiva chiaramente quanto gli piacesse condividere il suo enorme sapere con noi, che ignari di tutto gli facevamo mille domande, per intenderci ci spiegava tutto cosi, guardate il video, anzi ascoltate…
Alfredo poi era letteralmente estasiato da questo ragazzo che gli spiegava le cose più strane e particolari che facevano i faraoni e le regine.
Tutto ciò naturalmente ci è costato parecchio (diciamo che è stata la spesa più alta di tutto il budget del viaggio in Egitto) avere una guida privata che ti accompagna per tre giorni, l’auto privata con autista andata e ritorno da Marsa Alam, i biglietti d’ingresso ai templi e alle tombe, sono stati costi abbastanza ingenti per le nostre tasche e proprio per questo siamo stati costretti a ridimensionare il nostro tour, che all’inizio contemplava; un paio di giorni a Luxor per poi raggiungere Aswan, con una crociera suo Nilo di 2-3 giorni (che si è rilevata troppo cara oltre ad essere veramente una roba molto turistica, che a noi non piace tanto) abbiamo quindi valutato anche di andare ad Aswan in treno (i costi erano più che accessibili, ma si allungavano molto i tempi) quindi anche seguendo il consiglio telefonico di Hassan abbiamo preferito concentrarci solo su Luxor rimanendoci per tre notti in modo da visitare per bene e con calma tutto quello che c’era da vedere sotto l’efficiente supervisione di Sallam e mai scelta fu più felice, sono stati 3 giorni fantastici ed in assoluto i soldi meglio spesi di tutto il viaggio ed inoltre facendo così avevamo una scusa per tornare in futuro e visitare Aswan.
Ma andiamo con ordine, come dicevamo siamo partiti in auto all’alba da Marsa Alam ed il viaggio è durato all’incirca sei ore, appena fuori dalla città si costeggia il suo bellissimo lungomare, che come tutto il resto si presenta così:
Cioè con cantieri abbandonati, poi la strada ad un certo punto vira verso l’interno e comincia il classico deserto roccioso che circonda tutta Marsa Alam…
…che secondo noi ha un grande fascino, lungo tutto il tragitto infiniti posti di blocco dove l’autista consegna al militare di turno dei foglietti, questo avviene almeno 4 – 5 volte prima di arrivare a Luxor e rileva quanto sia importante affidarsi a driver seri e sopratutto autorizzati, onde evitare di essere lasciati a piedi in mezzo al deserto…
…durante il percorso l’autista, un ragazzo giovane molto serio e taciturno, fa un’unica sosta in una specie di bazaar dove c’è la possibilità di andare in bagno e comprare da bere, infatti comincia a fare veramente caldo, la colonnina della temperatura si avvicina ai 40 gradi, inutile specificare che l’auto ha l’aria condizionata…
…la cosa bella è che man mano che ci si avvicina a Luxor il paesaggio cambia, il deserto, le rocce piano piano scompaiono e vengono sostituite da verdi campi coltivati, da palme e animali al pascolo…
…l’influenza del Nilo con la sua gigantesca portata d’acqua comincia a farsi sentire ed appare evidente quanto questo fiume sia stato, ed è, importante per tutte le genti che nei secoli ne ha tratto beneficio…
…fino a quando ad un certo punto appare la città con tutto il suo caotico traffico e mezzi di trasporto di ogni tipo, per quanto riguarda l’alloggio a Luxor la scelta è caduta sul Nefertiti Hotel che abbiamo prenotato pochi giorni prima su Booking, l’abbiamo scelto perché si trovava in una posizione pazzesca, praticamente nel Souk di fronte al Tempio di Luxor e di fianco al Nilo e dalla sua terrazza dove c’è il ristorante (in cui tra l’altro si mangia benissimo) la vista al tramonto era cosi:
…quello sulla sinistra è il Tempio di Luxor, invece al mattino quando si faceva colazione…
…ti giravi a guardare verso il Nilo e la vista era questa..
…ad essere sinceri la camera per 4 che ci hanno dato non era proprio il massimo, era veramente piccola con un micro bagno, ma la sua posizione all’interno del Souk…
…e in particolar modo la vista dalla terrazza ha vinto su tutto e poi anche il prezzo era molto ragionevole e come abbiamo detto in precedenza si mangiava molto bene, in pratica per tutto il soggiorno a Luxor abbiamo mangiato sempre qui…
…ma andiamo con ordine, appena arrivati a Luxor, senza neanche passare dall‘hotel, ci siamo subito diretti al:
K A R N A K T E M P L E
Dove proprio davanti alla cassa del Tempio ci aspettava Sallam, la nostra guida che parlava un’italiano perfetto e che ci è stata di grandissimo aiuto per tutta la permanenza a Luxor, abbiamo deciso di andarci subito per ottimizzare i tempi ed anche perché erano le 14,30 di pomeriggio…
…un orario perfetto dal momento che la maggior parte dei turisti, quelli delle navi da crociera sul Nilo, quelli che girano per tutto l’Egitto in pullman stivati all’inverosimile ci va al mattino ed infatti abbiamo trovato il tempio quasi deserto, tutto per noi, se non fosse che però, rovescio della medaglia, c’era una temperatura esterna di 44 gradi!
Quindi vai di bottigliette d’acqua a go go e nonostante il gran caldo eravamo comunque veramente estasiati mentre giravamo tra queste enormi colonne e Sallam intanto ci raccontava come tutto il complesso templare di Karnak fosse dedicato principalmente al culto delle divinità di Amon, Mut e Khonsu e che è stato il principale centro religioso del paese per molte dinastie faraoniche.
Ci ha spiegato inoltre che è stato costruito nel periodo che va dal 2200 al 360 a.C.: un lavoro davvero incredibile, che testimonia ancora oggi l’arte e la grandezza del popolo egizio e quando ci raccontava tutto ciò gli brillavano gli occhi, si vedeva chiaramente quanto fosse orgoglioso e quanto gli piacesse divulgare il suo sapere ed era veramente bravo!
Il Tempio di Karnak era collegato al Tempio di Luxor e al Nilo attraverso quello che oggi viene definito “Viale delle Sfingi”: una serie lunghissima di sfingi che sorvegliavano la strada fra i due templi, come a voler vegliare sui fedeli in pellegrinaggio e ancora oggi è possibile ammirare i resti di circa quaranta di queste sfingi, alcune delle quali splendidamente conservate…
…come del resto anche il suggestivo obelisco Hatshepsut, il secondo più alto al mondo…
…ma sicuramente la meta imperdibile, e la più famosa di tutto il complesso, è il Tempio di Amon, la grande sala con le sue 134 colonne giganti, che sono veramente sorprendenti ed in cui ci siamo persi a fare foto a più non posso…
…mentre il solerte Sallam continuava con le sue spiegazioni e traduzioni dei testi antichi, i geroglifici, di cui le pareti erano piene e nonostante l’assenza del soffitto che è andato distrutto ci si fa benissimo un’idea di come l’intero edificio dovesse essere imponente.
Una visita al lago sacro e una sosta per rifocillarci nel bar all’interno del complesso e la nostra visita al Tempo di Karnak era terminata, in tutto era durata all’incirca 3 ore che sono state sicuramente un’esperienza indimenticabile, ecco un piccolo riassunto della giornata in video:
Quindi una volta usciti, ci siamo messi d’accordo con Sallam cosa fare l’indomani e ci siamo salutati, l’autista che intanto ci ha aspettato fuori tutto il tempo…
…ci ha finalmente portato all’hotel Nefertiti dove non eravamo ancora stati e quindi una volta lasciati giù i bagagli e fatto una rifocillante doccia siamo andati a mangiare…
…sulla magnifica terrazza e dato che ormai era l’ora ci siamo cuccati un bel tramonto, come abbiamo detto in precedenza in hotel non solo c’era questa bellissima vista, ma si mangiava anche benissimo…
…abbiamo mangiato quasi sempre cucina araba, svariati piatti tutti molto buoni…
…tra cui gli immancabili felafel che però stavolta avevano veramente una marcia in più…
…e tanti altri piatti di cui però ora non ricordiamo i nomi, ma vi mettiamo una carrellata di foto cosi potete farvene un’idea…
…e come sempre i pasti si concludevano con l’immancabile tè alla menta che ormai era diventato un must di tutto il viaggio, ora belli satolli ed anche abbastanza stanchi (eravamo in piedi dalle 6 di mattina!) saremmo dovuto andare a letto, ma ha prevalso la curiosità e la novità e visto che praticamente ci alloggiavamo sopra siamo andati a fare un giro al:
S O U K
Sicuramente il Souk di Luxor non ha niente a che vedere con quelli del Cairo, di Marrakech o Istanbul, che sono enormi, vere e proprie distese infinite di bancarelle di tutti tipi in cui la maggior parte dei clienti è la gente del posto…
…qui invece siamo (e si percepisce chiaramente) in un luogo fatto solo ed esclusivamente per i turisti, diciamo pure “la classica trappola per turisti” dove la merce in vendita è quasi tutta paccottiglia che viene dall’oriente…
…venduta a prezzi esorbitanti, ma nonostante queste premesse noi ce lo siamo goduti lo stesso, il posto non è neanche tanto grande, si tratta in pratica di un paio di vie che s’incrociano…
…dove troverete bancarelle con infiniti souvenir inerenti all’antico Egitto, stoffe, vestiti, le ragazze non si sono fatte mancare un paio di pantaloni in stile arabo, fatti naturalmente in Oriente…
…troverete le classiche spezie, pietre di tutti i tipi e come in un qualsiasi Souk che si rispetti dovrete trattare all’infinito il prezzo di qualunque cosa decidiate di comprare…
…di carino c’è che nelle vie adiacenti è possibile imbattersi in botteghe di antichi mestieri come questa stamperia…
…oppure questo barbiere all’opera, insomma un pò di vera vita locale, fuori dai soliti circuiti turistici…
…in definita il Souk di Luxor non è che sia un posto in cui consigliamo di venire appositamente, ma se siete in zona un giretto vale la pena farlo.
Quindi dopo aver girovagato per un pò per queste viuzze, fatto qualche acquisto (trattando il prezzo fino allo sfinimento) belli stanchi siamo andati in hotel e siamo crollati in un sonno profondo, il giorno dopo ci aspettava infatti una delle escursioni più attese:
L A V A L L E D E I R E
La Valle dei Re in sé non è particolarmente spettacolare ad una prima occhiata superficiale appare come una comune gola di roccia rossastra battuta dal sole, una roccia che però nasconde un segreto, custodito da millenni, al suo interno sotto il livello del suolo si trovano le tombe di circa settanta faraoni…
…tombe a cui si accede tramite tunnel scavati nella roccia come si vede in questo cartello all’ingresso della tomba di Ramses I…
…la lunghezza del tunnel corrisponde al numero di anni di regno del sovrano, come ci ha spiegato Sallam, tutti i tunnel prima di arrivare alla camera funebre sono spettacolarmente affrescati, ognuno alla sua maniera e la loro visione lascia veramente a bocca aperta…
…gli scavi in alcuni punti sono ancora in corso, ma una gran parte delle tombe sono già di fatto aperte ai visitatori e gli ingressi sono organizzati secondo dei turni per permettere sia le visite che le attività di restauro, quindi se ne può visitare solo tre alla volta…
…e noi abbiamo scelto quella di Ramses I, Ramses II e Ramses IV, la cosa funziona così; all’ingresso si sceglie quali visitare di quelle aperte in quel momento e si compra un’unico ticket che da diritto a visitarle tutte e tre…
…un biglietto a parte è richiesto per l’ingresso nella tomba di Tutankhamon, che noi sempre su consiglio di Sallam non abbiamo visitato perché ci ha spiegato che l’avremmo trovata abbastanza deludente, dal momento che tutto quello che è stato rinvenuto al suo interno (ricordiamo che è una delle poche tombe ritrovata intatta) si trova esposto al Museo Egizio del Cairo e che comparata ad altre tombe del sito sarebbe risultata essere abbastanza scarna.
Sallam ci spiegava che queste tombe furono costruite tra il 1539 e il 1075 a.C. e si trovano sulla riva occidentale del Nilo e sono dominate dalla cima di al-Quran, una montagna a forma piramidale che riprende la forma delle famose Piramidi di Giza al Cairo.
In queste colline calcaree sono state scavate più di 60 tombe e sono tutte decorate con intricati rilievi e immagini, per farvi un’idea guardate che bellezza:
Si i ritiene che questa zona sia stata scelta come luogo di sepoltura per evitare gli innumerevoli furti che da sempre (anche in epoche antiche) avvenivano nelle tombe delle Piramidi di Giza e nel Delta del Nilo…
…scolpendo questi sepolcri in profondità nella terra, i faraoni credevano che le loro tombe e tesori sarebbero stati al sicuro dai ladri…
…le pareti dei tunnel, le stanze e i pilastri venivano tutti decorati con bassorilievi e la enorme camera funeraria invece adornata con scene colorate…
…insomma entrando dentro queste tombe tutto l’immaginario degli antichi egizi lo si aveva davanti agli occhi e noi a bocca aperta vagavamo tra queste meraviglie così:
La Valle dei Re è sicuramente una visita, un’esperienza che consigliamo caldamente di fare a chiunque capiti da queste parti, ma il bello per noi doveva ancora venire perché finita questa escursione ci siamo diretti verso un’altra meraviglia:
H A T S H E P S U T T E M P L E
Il tempio funerario di Hatshepsut, noto anche come Djeser-Djeseru, è un tempio scavato nella roccia di Deir el-Bahari, una montagna che si trova sulla riva occidentale del Nilo a pochi km dalla Valle dei Re, in termini di impatto visuale, nulla eguaglia questo tempio strutturato a più piani e l’unicità della sua struttura rispecchia quella del faraone che ne ha voluto la sua costruzione.
La vera particolarità è infatti che a differenza della quasi totalità dei faraoni, Hatshepsut era una donna. Una delle pochissime donne nella storia dell’antico Egitto a ricoprire la carica di faraone e il prodigo Sallam ci ha naturalmente raccontato tutta la storia, che è degna di un episodio della serie Dinasty, per quanto riguarda intrighi e sotterfugi gli antichi egizi non erano secondi a nessuno…
…le cose andarono più o meno cosi; Hatshepsut salì al potere durante il Nuovo Regno in seguito alla morte prima del padre, Tuthmose I, e poi del suo fratellastro, nonché marito, Tuthmose II, che era salito al trono dopo il primo. In principio ascese al trono come sovrana reggente in funzione del figlio del suo sposo, avuto però da un’altra moglie, Tuthmose III. Tuthmose III aveva appena due anni quando salì al trono, con grande abilità e doti politiche Hatshepsut riuscì però a restare alla guida del regno e a mantenere il potere fino alla sua propria morte. Abbastanza chiaro no?…
…Alfredo ascoltava Sallam estasiato dai suoi racconti, totalmente incuriosito da questo faraone donna che per farsi rispettare si truccava da uomo, molto famose sono infatti le statue che rappresentano la sovrana, con il tipico copricapo riservato ai faraoni, di solito maschi…
…si sale questa lunga scalinata e ci si ritrova subito di fronte alle statue e Sallam instancabile ci spiegava per filo e per segno cosa rappresentano tutti i simboli:
La fama di Hatshepsut non è dovuta solo alla rappresentazione dell’unica sovrana che fu capace di guadagnare tale potere, ma anche per il buongoverno che contraddistinse il suo periodo di reggenza…
…e che ne fece una sovrana giusta e amata, come è espresso nelle raffigurazioni del tempio a lei dedicato. La regina-faraone inoltre commissionò l’edificazione di vari templi, tra cui quello di Karnak.
Finita questa visita eravamo belli stanchi e sudati, ma completamente appagati per come si era svolta la giornata e sopratutto anche per la grande competenza di Sallam, avere avuto una guida come lui ha fatto veramente la differenza.
Sia la Valle dei Re che il Tempio di Hatshepsut si trovano all’incirca a 30-40 minuti dal centro di Luxor, per raggiungerli si attraversano alcuni villaggi…
…un tragitto che, per la gioia della mamma fotografa, ci ha permesso di vedere tante scene di vera vita rurale egiziana, veramente belle e suggestive…
…che già da sole secondo i nostri parametri valgono il viaggio, comunque siamo arrivati a casa belli cotti, quindi abbiamo fatto una bella cenetta sulla terrazza dell’hotel e poi subito a letto, il giorno dopo ci aspettava infatti un’altra intensa giornata, saremmo andati nella:
V A L L E D E L L E R E G I N E
La Valle delle Regine si trova nei pressi della Valle dei Re, ed è conosciuta con il nome arabo di Ta-Set-Neferu, cioè luogo della bellezza. In questo sito archeologico venivano sepolte le principesse e le mogli reali dei faraoni. Nella necropoli sono custodite oltre 61 tombe a partire dalla XVIII dinastia…
…prima di arrivarci però abbiamo fatto una sosta lungo la strada per ammirare i Colossi di Memnone, che sono due enormi statue di pietra del faraone Amenhotep III, sono state erette oltre 3400 anni fa e facevano parte del complesso funerario eretto da Amenhotep III, si trovano dall’altra parte del Nilo (rispetto all’hotel) e ne osservano da millenni il lento scorrere con lo sguardo rivolto verso il sole che sorge…
…Sallam si è divertito a raccontarci la leggenda che aleggia su queste statue che riguarda un misterioso suono emesso da una di queste all’ora del tramonto, la leggenda individua nel suono il canto di Eos, madre di Memnone, da cui il nome delle statue, che piangeva ogni giorno lacrime di rugiada per la morte del figlio, ucciso per mano di Achille durante la guerra di Troia. Molto più probabilmente invece il suono era dovuto al fatto che nel 27 a.C. un terremoto causò la parziale distruzione di uno dei Colossi: la parte superiore crollò, mentre quella inferiore riportò solo delle crepe…
…in seguito a questo evento si cominciò ad udire la peculiare musica che proveniva dalla metà inferiore della statua. Si ritiene che questo suono fosse causato dal contatto delle correnti d’aria con la superficie porosa delle pietre riscaldate dalla luce del sole. Probabilmente l’aumento della temperatura facendo evaporare la rugiada, produceva un suono simile ad una ‘melodia’, ma non c’è modo di verificarlo dal momento in cui il suono smise di prodursi centinaia di anni fa, in seguito ad un restauro.
Comunque tornando alla Valle delle Regine, Sallam ci spiegava che per iniziare a proteggere le proprie sepolture e i tesori dai predoni del deserto, i faraoni iniziarono a preferire delle tombe più nascoste rispetto alle Piramidi e per questa ragione, venne scelta come nuovo luogo di sepoltura per i faraoni la Valle dei Re e la Valle delle Regine per i figli, le regine, le madri e altri nobili del periodo dallaXVIII alla XX dinastia…
…all’interno erano svolti, in seguito alla morte delle regine, numerosi riti in loro memoria praticati quotidianamente dai sacerdoti, in passato, in questa valle alluvionale, scorreva un corso d’acqua proveniente dal fiume Nilo che ha permesso di scavare il paesaggio…
…la sua posizione remota in una zona desertica e vicino all’antica capitale Tebe (l’attuale Luxor), era preferita dalle nuove dinastie. Infatti vennero costruite non più enormi sepolture geometriche, ma tombe più nascoste e protette, ricavate scavando direttamente nella roccia…
…inoltre, nei pressi di questa necropoli minore, è presente anche il villaggio degli operai di Deir el-Medina che abbiamo visitato ed in questa foto si vede la riproduzione di un’abitazione degli operai, furono loro infatti a costruire e lavorare alle tombe e non schiavi come molti pensano…
…la scoperta della Valle delle Regine avvenne in tempi recenti, nel 1901 dall’archeologo Ernesto Schiapparelli, la tomba più famosa presente all’interno del sito, riaperta al pubblico è quella di Nefertari…
…costruita nel 1290 a.C. por volere di Ramses IIper la sua consorte prediletta, ha una profondità di 27 metri e ha subito diversi interventi di restauro, che ne hanno causato la temporanea chiusura al pubblico in numerose occasioni, a causa dell’alto livello di umidità al suo interno…
…in definitiva la Valle delle Regine è abbastanza simile alla Valle dei Re, ma di proporzioni minori, a noi questo complesso funebre ci è piaciuto molto nonostante fossero aperte al pubblico soltanto3 o 4 tombe.
Finita questa visita era all’incirca metà pomeriggio e ci siamo diretti quindi verso l’hotel, ma la giornata non era conclusa perché una volta rifocillati e dopo avere mangiato uno spuntino abbiamo aspettato che si avvicinasse l’ora del tramonto per andare a visitare uno dei pochi siti aperti alla sera cioè:
L U X O R T E M P L E
Il Tempio di Luxor è situato proprio al centro della parte moderna della città ed è uno dei monumenti più antichi e meglio conservati di tutto l’Egitto, con una grande quantità di ambienti, elementi strutturali e bassorilievi ancora intatti…
…e come si vede bene in questa foto fatta dalla terrazza dell’hotel Nefertiti noi praticamente ci abitavamo di fronte, quindi dopo cena all’imbrunire ci siamo dati appuntamento con Sallam proprio davanti alla cassa del tempio…
…e ce lo siamo goduto per bene, nonostante il discreto afflusso di turisti, mentre il sole calava, con Sallam che ci spiegava quanto questo monumento fosse tra i più affascinanti e rappresentativi della bellezza e potenza dell’epoca faraonica di Amenhetop III..
…ci raccontava per esempio che il tempio includeva all’ingresso 2 obelischi molto grandi ed affascinanti, uno si trova ancora lì l’altro invece è a Parigi a Place de la Concorde, Amenhotep III fu uno dei faraoni più attivi in senso architettonico…
…fece costruire il tempio durante il Nuovo Regno, periodo che si concluse tra il 1390 e il 1352 a.C, con l`obiettivo di migliorare la capitale ed insieme al complesso templare di Karnak, risultano essere i siti archeologici più famosi e visitati dell’attuale Luxor…
…entrambi situati sulla riva orientale del Nilo sono collegati tra loro da un un viale di sfingi lungo circa trenta km, viale che è attualmente ancora oggetto di scavi, ma la parte più vicina al Tempio di Luxor è già stata restaurata…
…il Tempio era dedicato alla triade tebana di Amon, Mut e Khonsu e durante il Nuovo Regno fu il centro della festa annuale di Opet nella quale una statua di Amon era trasferita lungo il Nilo dal vicino Tempio di Karnak per un rito di fertilità…
…la costruzione del Tempio cominciò durante il regno di Amenhotep III nel XIV secolo a.C. Haremhab e Tutankhamun aggiunsero colonne e statue ma l’espansione maggiore si ebbe con Ramses II circa 100 anni dopo l’inizio dei lavori. Il Tempio di Luxor è l’unico tra i maggiori complessi templari egiziani ad avere i marchi di due soli sovrani sulle strutture architettoniche…
…la sua posizione ideale nel cuore di Luxor rende il tempio molto facile da raggiungere in ogni momento della giornata, e anche quando non aperto ai visitatori, come si vede in questa foto, risulta visibile durante una passeggiata lungo la riva del Nilo…
…noi però consigliamo vivamente una visita durante il tramonto oppure di sera con la luce della luna che combinata con l’illuminazione notturna…
…mette meravigliosamente in evidenza le sculture in rilievo stagliate sulle imponenti mura dell’edificio, di seguito un corto video che pensiamo renda bene l’idea:
Finita questa visita, che come sempre grazie alle spiegazioni di Sallam è stata veramente esaudiente ci siamo fiondati a letto, il giorno dopo ci aspettava un’altra bella intensa giornata, siamo infatti andati a:
M E D I N E T H A B U
Il tempio di Medinet Habu sorge sull’antico e omonimo villaggio, luogo di nascita secondo la leggenda del dio Amon e dista dal centro di Luxor 30 – 40 minuti d’auto…
…e visto che era l’ultimo giorno che avremmo passato a Luxor ce la siamo presa comoda partendo con calma dopo una bella colazione…
…anche qua lungo tutto il percorso altre belle scene di vera vita rurale egiziana ci hanno deliziato ed hanno entusiasmato la mamma fotografa…
…che ha fatto fermare l’auto e si è messa a scattare a più non posso, siamo quindi arrivati al villaggio che si trova sulle sponda occidentale del Nilo in tarda mattinata…
…e ci siamo trovati subito di fronte le imponenti mura di questo tempio funerario dedicato al faraone della XX dinastia Ramses III…
…ed in assoluto, complice forse il fatto che c’eravamo solo noi e ce lo siamo girato tutto in piena tranquillità, è stato il tempio che ci è piaciuto di più…
…Sallam ci spiegava che qui sono ancora conservate importanti iscrizioni riguardo le campagne militari intraprese dal faraone e che questo tempio originariamente era stato costruito da Hatshepsut e Thutmose III…
…e che solamente più tardi il faraone Ramses III lo scelse rimodellandolo come suo tempio commemorativo e subì innumerevoli modifiche…
…tra gli scopi del tempio di Medinet Habu, c’era senza dubbio quello di essere una fortezza di difesa, per proteggere la zona dalle tribù dei libici e siri…
…per questa ragione, intorno al tempio possiamo notare la presenza di possenti mura, inoltre, all’interno del complesso templare erano presenti magazzini, fienili, laboratori…
…e vari edifici, il tutto era collegato al Nilo attraverso un canale, permettendo al faraone di entrare al suo interno senza toccare terra…
…noi ci aggiravamo estasiati tra questi enormi colonne piene di scritte in geroglifico che prontamente Sallam ci traduceva come si vede bene qui:
Riconfermiamo senza ombra di dubbio che avere avuto Sallam ha fatto veramente la differenza, c’è costato parecchio (anche perché gli abbiamo lasciato una meritatissima super mancia!) ma la visione di così tanta bellezza accompagnata dalle sue puntuali e meticolose spiegazioni…
…ci ha fatto veramente apprezzare e soprattutto capire il contesto in cui avvenivano i fatti da lui narrati, senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa…
…come abbiamo detto in precedenza Medinet Habu è stato uno dei siti archeologici che ci è piaciuto di più, sarà stato forse perché non c’era nessuno e ce lo siamo girato con calma, ma siamo rimasto veramente colpiti da queste mura, da queste colonne stupendamente scolpite…
…che come ci ha spiegato Sallam una volta erano di colori molto vivaci e grazie alla copertura eseguita con il fango per coprire le scene di culto dai cristiani che vennero qui più avanti, sono arrivate fino a noi conservate in ottimo stato, di seguito un corto video di questo magnifico posto:
Abbiamo finito la visita che era primo pomeriggio, ci siamo quindi fermati a bere e a mangiare qualcosa in un baretto proprio adiacente al tempio, e visto che era l’ultimo giorno che avremmo passato a Luxor ce la siamo presa con molta calma e seduti all’ombra in questo piccolo villaggio egiziano abbiamo fatto il riassunto di tutte le belle cose viste in questi 3 giorni, rendendoci conto che all’appello mancava il protagonista assoluto di tutta la cultura egizia:
I L N I L O
Ci siamo quindi messi d’accordo con Sallam di ritrovarci verso sera in hotel per imbarcarci successivamente su una feluca e fare un bel giro sul Nilo al tramonto…
…è così è stato, circa mezz’ora prima che tramontasse il sole, ci siamo recati sulla sponda del Nilo, praticamente a due passi dall’hotel e siamo saliti sulla feluca, la tipica imbarcazione egiziana con la vela triangolare, di questo amico rasta di Sallam…
…che ha staccato gli ormeggi e lentamente sospinti solo dal vento siamo partiti, in religioso silenzio piano piano l’imbarcazione ha cominciato a scivolare sull’acqua…
…era ancora giorno e ci si vedeva benissimo, la vista dal Nilo della città di Luxor era questa, poi lentamente il sole ha cominciato a calare e guardate qua:
…e mentre la feluca scivolava dolcemente lungo il fiume in silenzio, sospinta solo dal vento…
…era meraviglioso osservare la vera vita egiziana e godersi le fantastiche scene che non sono cambiate nei millenni, i bambini che giocavano nell’acqua…
…i contadini che svolgevano il loro lavoro nello stesso modo da secoli, il tutto avvolti in un manto di pace e la tranquillità…
…con la luce del sole al tramonto che colorava l’acqua del Nilo di un intenso arancione:
Sono stati momenti unici, che ci hanno fatto veramente rendere conto dell’importanza che ha avuto e che ha tutt’ora il Nilo, questo grande fiume che è stata la linfa vitale dell’Egitto sin dai tempi dei faraoni…
…e questo giro in feluca è stata la degna e perfetta conclusione del nostro viaggio sulle rive del Nilo alla scoperta della antica civiltà egizia, un viaggio che è durato solo 3 giorni che sono stati veramente molto belli, istruttivi ed intensi, ci rendiamo ben conto che 3 giorni son pochi, ma così abbiamo una bella scusa per tornare a visitare anche Aswan e dintorni.
Un grande ringraziamento va sicuramente a Sallam che con i suoi racconti ci ha fatto innamorare ancora di più degli antichi egizi ed a Simonetta che ci ha accolto a Marsa Alam come se facessimo parte della sua famiglia, senza di lei non sarebbe stato sicuramente lo stesso viaggio.
Certi comunque che non sarà un’addio bensì un’arrivederci, dal momento che Alfredo deve prendere anche lui il brevetto da sub, ed Anita già scalpita per tornare ad immergersi con Simonetta, quindi a presto Egitto!
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